Piazza Affari s’inserisce nel programma di ricostruzione del centro storico attuato durante il ventennio fascista. Nel 1927, con lo sventramento degli isolati del vecchio quartiere, iniziano i rilievi per ricavare la forma rettangolare della piazza.
Lo spazio urbano è dominato dal Palazzo della Borsa, che ospita le attività di contrattazione precedentemente collocate in piazza Cordusio.
L’edificio è caratterizzato da un rigido monumentalismo ispirato alla romanità classica; il fronte in travertino alto 36 m è scandito da quattro enormi colonne e ornato nei basamenti e sopra la trabeazione da altorilievi e statue con le allegorie dei Quattro Elementi, opere di Leone Lodi e Geminiano Cibau.
All’interno si trova la Sala delle Grida (dove si contrattavano i titoli ad alta voce), concepita come una grande piazza con copertura vetrata; nei sotterranei sono visibili i resti del teatro romano del I secolo.
XXI secolo: il dito di Cattelan
Nel 2010 nel centro della piazza venne posta una scultura dal titolo L.O.V.E., sigla di libertà, odio, vendetta, eternità. L’opera raffigura una mano con tutte le dita mozzate, come se erose dal tempo, eccetto il dito medio, il che le fa raffigurare visivamente il gesto del dito medio, ritenuto generalmente osceno.
Realizzata in marmo di Carrara, l’opera è alta 11 metri, dei quali 4,60 costituiti dalla mano.
L’opera, inaugurata durante la grande recessione, è stata anche interpretata come una protesta contro il mondo della finanza simboleggiato dalla Borsa ed è stata al centro di una polemica scaturita proprio per la natura offensiva del gesto da essa raffigurato.